Con l’autunno in arrivo
Letture, scritture, corsi in partenza, raccontati da Rima, angolo di mondo incastonato nelle Alpi a 1417 metri d’altitudine
Care amiche e cari amici,
Nel paese dove vivo ci sono una decina di abitanti o poco più e c’è un bar che serve ad accogliere i camminatori, gli escursionisti, i curiosi e chi passa di qui, oltre ovviamente a essere il centro di una piccola e viva socialità. La prima volta che sono entrato sono stato accolto con grande calore, tutti mi hanno raccontato la storia di questo minuscolo borgo a 1417 metri d’altitudine che nel 1920 aveva il reddito pro capite più alto d’Italia e oggi ospita quasi tutti i residenti nell’unica sala del bar. Un luogo da dove si partiva per andare a decorare i palazzi delle corti d’Europa con stucchi e marmi artificiali, dove ha vissuto l’unico poeta in ticcio o titzschu, la lingua dei Walser, un antico dialetto alemanno, di cui si abbia memoria: Pietro Axerio Piazza. E per uno come me che sta leggendo l’intrigante Odiare la poesia di Ben Lerner non è poco. Ma la cosa più bella che mi è accaduta quella prima volta nel bar è stato, dopo le presentazioni, scoprire che ognuno aveva da condividere un pezzetto del proprio vivere qui e per questo è andato a casa tornando con un libro che parlava del paese, della sua storia, delle sue genti, dell’epopea del marmo artificiale. Quei libri mi sono stati donati come reliquie di un mondo di cui anche una microcomunità non vuole perdere la memoria. Da allora, per strada, a volte incontro abitanti sorridenti del paese che mi allungano un libro nuovo, un pezzo di ricordo perché la storia non si smarrisca per strada. Mi sento un grandissimo privilegiato. Il paese si chiama Rima ed è in cima alla vallata del Sermenza, la Val Piccola che fa da luogo magico della valle più grande, la Val Sesia.
C’è il bel romanzo di Anna Lina Molteni che racconta la storia di Rima attraverso la vita di Antonio De Toma, celebre stuccomarmista, nato in questo piccolo paesino della Valsesia e andato in giro per l’Europa a decorare regge e palazzi. si intitola Il Walser dell’imperatore.
Tra i tanti libri che mi passano quotidianamente tra le mani mi sono letteralmente innamorato di Alma di Federica Manzon. Da tanto, tantissimo, non trovavo un modo così bello, vivido, intenso, di coniugare la storia, gli accadimenti, con la vita, tenendo sullo sfondo una città che è meraviglia anche se non la si nomina mai. Così ci si perde tra Trieste, la ex Jugoslavia, e una geografia che guarda potentemente a Est anche quando noi facciamo finta di nulla o semplicemente non ce ne accorgiamo.
Poi ho avuto tra le mani Oscillazione di Mario Sughi, tre storie minime e minimali che respirano in un immaginario che viene fuori con forza nelle illustrazioni dello stesso autore che vive a Dublino e firma i suoi lavori nerosunero.
Ho molto amato la storia dura di L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi di Tatiana Tibuleac che conferma Keller come una delle mie case editrici italiane più amate.
Ho proseguito durante l’estate appena trascorsa la via delle riletture con Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas che ancora una volta mi ha ricordato la meraviglia degli autori francesi. Degli ottocenteschi come di quelli del Novecento. Un mare di letteratura che spesso ho messo da parte prediligendo gli americani.
E proprio pensando all’America e mi è venuto in mente di non aver mai letto Via col vento di Margaret Mitchell e ho deciso che è ora di cominciare. Ma per non farlo a stomaco vuoto mi sono prima ritrovato in cucina partendo da Sapori del sud - la cucina multietnica di Via col vento di Elisabetta Chicco Vitzizzai. Quando ho provato a cucinare lo Stufato di Brunswick ho capito che l’operazione dell’autrice era più che riuscita.
Ultima segnalazione per un romanzo che non ho amato, mi è sembrato troppo pieno di tantissime cose, too much, potrebbe dire Sonic, uno dei (tanti) personaggi principali. Si tratta de Gli uomini pesce di Wu Ming 1, un romanzo dove c’è il Po, non è possibile non leggerlo. Però mi ha confermato una cosa già sperimentata: i Wu Ming li preferisco insieme.
A Rimini partirà il 15 ottobre un mio laboratorio di scrittura dal titolo “Distillare le parole”, se vi interessa, dura solo quattro incontri tra ottobre e novembre e nel link qui sotto potete leggere il programma e vedere le modalità di iscrizione. Ci sono ancora due posti. https://bibliotecagambalunga.it/attivita/eventi/officina-gambalunga-distillare-le-parole-laboratorio-di-scrittura-narrativa
Nel frattempo ho finito di scrivere l’ossatura di nuovo romanzo che ho cominciato a rifinire con attenzione e anche affetto, ho alcuni autori che sto seguendo, anche con editing importanti, fuori c’è il sole, sorrido e ringrazio che la vita mi stia risparmiando dal dover vivere in prima persona gli orrori del mondo. Nessun sa mai, prima, in quale posto si trova quando il male esplode e ci lascia impotenti.
Anche sorridere della propria fortuna, a volte, è importante. Oserei dire che è un atto politico.


Non sapevo che stavi proprio a Rima. Appena letto Il walser dell imperatore..si legge tutto di un fiato. Saluti da Tomidicarta.